BENESSERE IGROMETRICO E PRINCIPALI TIPOLOGIE DI IMPIANTO
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2.2. Il benessere igrometrico Il benessere igrometrico (o comfort termo-igrometrico) si riferisce allo stato di soddisfazione di una persona rispetto all’ambiente termico che la circonda. In termini pratici, un ambiente confortevole è quello in cui la maggior parte degli occupanti non prova né sensazione di freddo né di caldo eccessivo, e l’aria risulta piacevole da respirare. Mantenere questa condizione di equilibrio termico è uno degli obiettivi fondamentali nella progettazione dei sistemi HVAC.
Diversi parametri ambientali influenzano il comfort percepito. In particolare, i fattori fisici principali includono:
• Temperatura dell’aria (e temperatura radiante) – È il fattore più immediato: temperature troppo bas- se o troppo elevate causano rispettivamente disagio da freddo o da caldo. Idealmente la temperatura operativa (che combina aria e irraggiamento) dovrebbe mantenersi in un intervallo neutro per il corpo umano (indicativamente 20–26 °C a seconda delle attività). • Umidità relativa – Indica il contenuto di vapore acqueo nell’aria. Un’umidità troppo alta riduce la capacità di evaporazione del sudore e accentua la sensazione di caldo afoso; al contrario un’aria troppo secca può causare secchezza delle mucose e discomfort. In ambienti climatizzati si raccomanda generalmente di mantenere l’umidità relativa tra 30% e 60% per bilanciare comfort e salute. • Velocità dell’aria – Correnti d’aria eccessive (spifferi) possono far percepire più freddo di quanto indichi la sola temperatura, aumentando la dispersione di calore dal corpo. Al contempo, un leggero movimento d’aria in estate migliora il comfort favorendo l’evaporazione del sudore. È dunque importante controllare la ventilazione in modo da evitare sia zone con aria stagnante che correnti fastidiose. Il range consigliato per la velocità dell’aria è compreso tra 0,05 m/s e 0,2 m/s. • Qualità dell’aria interna – Riguarda la pulizia e salubrità dell’aria che si respira. Un adeguato ricambio d’aria (ventilazione) serve a mantenere bassi i livelli di anidride carbonica (CO₂) e inquinanti indoor, prevenendo odori e garantendo aria fresca. La qualità dell’aria influenza indirettamente il benessere: aria viziata o carica di inquinanti causa malessere e riduce la percezione di comfort nonostante tempe- ratura e umidità siano nei ranghi ideali. Un sistema HVAC efficiente gestisce quindi anche il ricambio e la filtrazione dell’aria per assicurare ambienti salubri. Oltre a questi parametri oggettivi, vanno considerate variabili soggettive come il metabolismo indivi- duale, il livello di attività svolta e l’abbigliamento: ad esempio, una persona seduta in abiti leggeri avrà comfort con temperature più alte rispetto a chi svolge attività fisica o indossa indumenti pesanti. I mo- derni standard di comfort termico, come la norma ISO 7730 e lo standard ASHRAE 55, tengono conto sia dei parametri ambientali sia di quelli personali per definire condizioni accettabili di benessere. Tali norme introducono indici come il PMV (Predicted Mean Vote) – che predice la sensazione termica media di un insieme di persone – e il PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied) – che stima la percentuale di indivi- dui insoddisfatti nelle condizioni date. In generale, un ambiente può dirsi confortevole quando il PMV si mantiene vicino allo zero (neutralità termica) e il PPD è basso (ad esempio <10%) . Secondo ASHRAE 55, la “comfort zone” è l’insieme di combinazioni di temperatura e umidità relativa per cui PMV è compreso tra -0,5 e +0,5, corrispondente appunto a meno del 10% di persone insoddisfatte.
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