IMPIANTI HVAC PER EDIFICI INTELLIGENTI
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freddo” tipici dei vecchi on/off e riduce i consumi del 30-40% circa su un periodo prolungato. L’inverter inoltre allunga la vita dei compressori, sottoposti a meno stress meccanici dovuti ad accensioni frequenti.
la modularità degli impianti: anziché un unico generatore di grande potenza, spesso è vantaggioso uti- lizzare più unità di taglia inferiore in parallelo. Si pensi a una centrale termica con tre caldaie ciascuna da 200 kW invece di una singola da 600 kW: in questo modo, in estate o nelle mezze stagioni se ne accenderà solo una (vicino al suo regime ottimale di efficienza), nelle giornate più fredde due, e solo nei picchi ec- cezionali tutte e tre. Questo garantisce sia efficienza ai carichi parziali che ridondanza (se una caldaia è guasta, le altre due possono supplire). Lo stesso vale per gruppi frigoriferi: combinazioni di moduli più piccoli forniscono scalabilità e adattamento migliore della capacità frigorifera alle richieste variabili, oltre a permettere la manutenzione alternata senza fermare completamente il servizio. Naturalmente troppi moduli aumentano la complessità e il costo, quindi va trovato un compromesso; ma nei grandi impianti è prassi comune installare almeno N+1 unità (dove N è il numero necessario a coprire il carico, +1 è di riserva). la capacità di risposta e controllo: alcune tecnologie si adattano meglio a rapidi cambi di carico. Ad esem- pio, una caldaia a gas modulante può passare dal 30% al 100% della potenza in pochi minuti, seguendo la curva di domanda, mentre un sistema di teleriscaldamento potrebbe rispondere più lentamente a va- riazioni improvvise (a causa dell’inerzia della rete e della regolazione centralizzata). Analogamente, i VRF grazie al flusso variabile riescono a servire zone con carichi molto differenti tra loro simultaneamente, mostrando grande flessibilità; un chiller centralizzato con una singola zona di controllo potrebbe avere più difficoltà a gestire situazioni di carico parziale estremo senza sprecare energia. In generale, quindi, valvole di regolazione, algoritmi di controllo evoluti, sensori e automazione spinta sono elementi che contribuiscono alla flessibilità operativa di una soluzione HVAC. Un buon criterio di scelta è preferire sistemi dotati di controlli intelligenti, comunicazione BMS (Building Management System) e capacità di integrazione in logiche di ottimizzazione globale dell’edificio.
3.4.3. Tipologie di edificio (residenziale, commerciale, industriale)
Non esiste una “migliore” macchina in assoluto: la scelta dipende sempre dal contesto applicativo. Un criterio fondamentale è dunque il tipo di edificio e di utilizzo:
EDIFICI COMMERCIALI LEGGERI
EDIFICI COMMERCIALI DI GRANDI DIMENSIONI E TERZIARIO AVANZATO
EDIFICI INDUSTRIALI
EDIFICI RESIDENZIALI UNIFAMILIARI O BIFAMILIARI
In edifici residenziali unifamiliari o bifamiliari , i carichi termici sono relativamente piccoli e distribuiti su zone limitate. Qui contano molto il costo iniziale, la semplicità e l’affidabilità: soluzioni tipiche sono la caldaia a condensazione per il riscaldamento + scaldacqua o caldaia combinata per ACS, oppure la pompa di calore aria-acqua monoblocco/split se si vuole eliminare il gas. Nelle case indipendenti spesso conviene installare anche pannelli solari termici (per ACS) o fotovoltaici (per alimentare la pompa di calore). Per il raffrescamento, nelle abitazioni singole la scelta più comune sono i climatizzatori split o multi-split: eco- nomici, facili da installare e utilizzabili al bisogno stanza per stanza. In abitazioni nuove ben coibentate, si diffonde l’uso di pompe di calore aria-aria canalizzate o sistemi VRF mini-residenziali che possono fare caldo/freddo con unità interne nascoste (canalizzate o a cassetta) per maggiore comfort estetico. Le case rurali isolate talvolta optano per caldaie a pellet o legna, mentre in condominio piccolo è frequente ancora la caldaia murale a gas per ogni appartamento. La tendenza attuale comunque vede il residenziale andare verso l’elettrificazione: pompe di calore abbinate a pannelli radianti a bassa temperatura e impianti fo- tovoltaici sul tetto, con la caldaia relegata a integrazione o rimossa del tutto nelle nuove costruzioni NZEB (Near Zero Energy Buildings).
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