ABB Quaderno Tecnico HVAC

UNITÀ TRATTAMENTO ARIA

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4.6. Manutenzione e normative La manutenzione di un’UTA riveste un’importanza fondamentale, sia per garantire la salute e sicurezza degli occupanti sia per assicurare nel tempo le prestazioni energetiche dell’impianto. Un’UTA trascurata può infatti diventare fonte di problemi: nel corso del funzionamento all’interno dei suoi componenti si accumulano polveri, sporco, microrganismi, che non solo riducono l’efficienza dei macchinari ma rischiano anche di contaminare l’aria immessa negli ambienti. Disturbi respiratori, allergie, irritazioni fino a gravi infezioni possono insorgere in edifici serviti da impianti sporchi (la cosiddetta Sick Building Syndrome). In casi estremi, la mancanza di igiene nelle UTA può favorire la proliferazione di patogeni come la Legionella pneumophila nei ristagni d’acqua delle vaschette di condensa, con conseguente rischio di diffusione di legionellosi negli ambienti serviti. D’altro canto, depositi e incrostazioni su filtri e batterie portano a cali di portata d’aria, scambi termici meno efficaci e aumenti dei consumi (ventilatori che lavorano sotto sforzo, chiller e caldaie che devono compensare inefficienze), causando sprechi economici.

Per questi motivi, pulizia e manutenzione periodica delle UTA sono sia una buona pratica professionale sia, in molti casi, un obbligo normativo. Vediamo alcuni punti fondamentali:

• Attività ordinarie di manutenzione: Su base regolare (tipicamente trimestrale o semestrale, a seconda dell’uso e dell’ambiente), vanno controllati e sostituiti i filtri dell’aria. I filtri sono generalmente l’ele- mento da sostituire più frequentemente: quando sono saturi di polvere, vanno rimpiazzati con elementi nuovi della stessa classe (o puliti se sono del tipo rigenerabile, es. filtri metallici). Contestualmente, è buona norma pulire le batterie alettate (aspirando o soffiando via il deposito di polvere sulle alette, e sanificando con prodotti specifici soprattutto la batteria fredda dove l’umidità può far proliferare muffe). Le vaschette di condensa vanno ispezionate e pulite per rimuovere fanghi e biofilm, verificando che gli scarichi non siano otturati e disinfettando contro la proliferazione batterica. Anche i ventilatori richiedono attenzione: periodicamente occorre verificare lo stato di usura delle cinghie (nei ventilatori a trasmissione), la pulizia delle giranti (polveri sulle pale sbilanciano e riducono l’efficienza), il serrag- gio dei giunti, e lubrificare i cuscinetti se previsto. Gli umidificatori vanno decalcificati e bonificati per evitare crescita di alghe o batteri (soprattutto i sistemi ad acqua). Inoltre, tutti i sensori vanno calibrati o almeno testati (una sonda di temperatura fuori taratura può mandare fuori controllo la regolazione); gli attuatori e valvole vanno azionati manualmente per assicurarne la mobilità e l’assenza di blocchi; i contatti elettrici stretti e i cablaggi integri. Infine, è opportuno eseguire un check funzionale: provare ad esempio le sequenze di free cooling, le protezioni antigelo (simulando temperatura bassa e verifi- cando che la serranda esterna si chiuda e la pompa acqua calda si attivi), gli allarmi (un test di filtro sporco, di arresto ventilatore, ecc.), così da assicurarsi che in caso di necessità i sistemi di sicurezza intervengano correttamente. • Sanificazione impianti aeraulici: Oltre alla manutenzione tecnica, riveste crescente importanza la sa- nificazione igienica delle UTA e delle relative canalizzazioni. Secondo normative e linee guida sanitarie, negli ambienti di lavoro gli impianti di climatizzazione devono essere puliti e bonificati periodicamente per prevenire rischi per la salute. In Italia, ad esempio, l’Allegato IV del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro) richiede esplicitamente che “gli impianti [di ventilazione] siano periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori”, rimuovendo tempestivamente qualsiasi contaminante che possa costituire pericolo. Inoltre, la Confe- renza Stato-Regioni nel febbraio 2013 ha emanato linee guida operative che stabiliscono la frequenza di ispezioni visive e tecniche degli impianti di trattamento aria (almeno una volta l’anno e sempre prima della rimessa in funzione stagionale). Esiste anche la norma tecnica UNI EN 15780:2011 che definisce gli standard di pulizia per sistemi di ventilazione, indicando criteri e livelli di accettabilità dello sporco nei condotti e unità (classi di pulizia “bassa, media, alta” in base all’ambiente servito) e dando indicazioni sulle metodologie di ispezione e bonifica. In pratica, per mantenere l’UTA in condizioni igieniche ottimali, ci si affida a ditte specializzate che effettuano interventi di sanificazione aeraulica: pulizia meccanica accurata delle superfici interne (anche con robot e spazzole per i condotti), aspirazione con filtri HEPA, e disinfezione con appositi agenti biocidi delle sezioni sensibili (batterie, vaschette, canalizzazioni), il tutto certificato da analisi microbiologiche se necessario. Dal punto di vista legale, solo ditte abilitate (secondo D.M. 274/1997) possono rilasciare la certificazione di avvenuta sanificazione dell’impianto. • Aspetti documentali e normativi: La gestione di un impianto di climatizzazione come quello con UTA richiede anche di tenere aggiornati i documenti obbligatori. In Italia, dal 2014 è in vigore l’obbligo di dotare ogni impianto termico (sia di riscaldamento che di climatizzazione con potenza >12 kW) di un

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