ABB Quaderno Tecnico HVAC

IMPIANTI HVAC PER EDIFICI INTELLIGENTI

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Libretto di impianto conforme al D.M. 10 febbraio 2014. Nel libretto vanno registrate tutte le manutenzioni e i controlli di efficienza energetica. Infatti, il D.P.R. 74/2013 impone verifiche periodiche dell’efficienza per impianti di climatizzazione invernale ed estiva sopra soglie di potenza: ad esempio, per impianti di condizionamento estivo >12 kW occorre eseguire un controllo di efficienza energetica almeno ogni 4 anni (che in pratica coincide con il controllo del gruppo frigorifero). Nel caso delle UTA, se esse fanno parte di un sistema di climatizzazione con potenza termica maggiore di 12 kW, questi controlli devono essere effettuati e riportati sul libretto (pur non essendoci, per la parte aria, un “rendimento” da misurare come per le caldaie, si verifica comunque lo stato generale e si ottimizzano i parametri di regolazione). Inoltre va ricordato che, se l’UTA include circuiti frigoriferi (come nei rooftop con compressori) conte- nenti gas refrigeranti fluorurati, scattano gli obblighi dei regolamenti F-Gas: controllo periodico delle fughe, registrazione dei quantitativi di refrigerante, ecc., secondo D.P.R. 146/2018 e Regolamento EU 517/2014, ma questo riguarda più la macchina frigorifera integrata che la UTA in sé. • Normative tecniche di riferimento: Il settore della climatizzazione è guidato da normative tecniche in evoluzione. Per la progettazione e gestione degli impianti aeraulici di comfort, in Italia per molti anni ha fatto testo la UNI 10339:1995 (impianti aeraulici ai fini di benessere) che definiva portate minime di aria esterna per persona, criteri di filtrazione, etc. Tale norma, ormai superata, è stata ritirata nel 2024 e sostituita dall’applicazione delle norme europee della serie UNI EN 16798 (che riprendono la EN 15251 e EN 13779 precedenti). Queste normative definiscono i livelli di qualità dell’aria interna (categorie di IAQ) e danno indicazioni sulle portate di ventilazione da garantire in funzione di occupanti e destinazione d’uso, nonché raccomandazioni su temperature, umidità e controllo. Dal lato dell’efficienza energetica, abbiamo già citato il Regolamento Ecodesign UE n.1253/2014 che impone requisiti minimi per le UTA immesse sul mercato europeo: oltre al recupero di calore e ai ventilatori a velocità variabile, esso in- troduce limiti sul SFP int (Specific Fan Power interno) cioè sull’assorbimento specifico dei ventilatori, incentivando progettazioni con perdite di carico contenute e ventilatori efficienti. In sostanza, un’UTA moderna deve consumare poca energia per movimentare l’aria e recuperare molta dell’energia termica dall’aria espulsa. Anche sul fronte filtrazione c’è stato un aggiornamento normativo: la vecchia classifi- cazione dei filtri (G, M, F, H, U) della EN 779 è stata rimpiazzata dallo standard ISO 16890, che classifica i filtri in base all’efficacia di trattenimento delle polveri sottili (ePM10, ePM2.5, ePM1). Questo cambio, avvenuto nel 2018, ha allineato i test di filtrazione a condizioni più reali e fornisce parametri utili per valutare l’impatto dei filtri sulla qualità dell’aria interna. I progettisti e gestori di UTA devono quindi familiarizzare con le nuove sigle (ad es. un filtro ePM1 80% corrisponde grossomodo al precedente F9) e assicurare la conformità ai requisiti sia di qualità aria che di efficienza energetica. In conclusione, una corretta manutenzione e l’adesione alle normative sono elementi indispensabili per il buon funzionamento di un’Unità di Trattamento Aria. Dal punto di vista tecnico, mantenere pulita ed efficiente una UTA significa garantire continuità di servizio, aria salubre e consumi conte- nuti. Dal punto di vista legale, il responsabile dell’impianto deve attenersi ai protocolli di controllo e pulizia per tutelare la salute degli occupanti e rispettare le prescrizioni di legge (sicurezza sul lavoro, requisiti igienico-sanitari e ambientali). L’UTA, in quanto “polmone” dell’edificio, va curata con verifiche periodiche e aggiornamenti tecnologici quando opportuno. Basti pensare che edifici con impianti aria sporchi o mal tenuti possono incorrere non solo in problemi di salute pubblica ma anche in sanzioni amministrative se non conformi alle norme vigenti. Al contrario, le nuove tecnologie – come sensori intelligenti, analisi dati e sistemi di automazione evoluti – permettono oggi di migliorare la gestione manutentiva (ad esempio implementando programmi predittivi che segnalano quando pulire prima che le prestazioni degradino) e di aumentare la vita utile del- le apparecchiature. Infine, eventi globali come la recente pandemia COVID-19 hanno sottolineato ulteriormente l’impor- tanza di una ventilazione adeguata e di un’aria indoor salubre: le linee guida internazionali hanno raccomandato di incrementare il più possibile l’apporto di aria esterna e di limitare il ricircolo nei sistemi di climatizzazione, oltre a migliorare la filtrazione, per ridurre i rischi di trasmissione aerea. Ciò ha portato molte strutture a riconsiderare i propri impianti UTA, verificandone la capacità di fornire aria fresca in quantità e la compatibilità dei filtri con la rimozione di aerosol microbici, non- ché ad intensificare le sanificazioni. Anche in un’ottica futura di edifici salubri (“healthy buildings”), l’UTA giocherà un ruolo cruciale poiché, integrando efficienza energetica e tutela della salute, rap- presenta l’elemento chiave per coniugare comfort interno, risparmio e sicurezza degli occupanti.

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