Quaderno Tecnico Fotovoltaico ABB 2024

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PROTEZIONE DALLE SOVRACORRENTI

7.1.3 Protezione delle schiere FV

I cavi delle schiere FV (cavi di connessione tra i quadri di secondo parallelo stringhe e l’ingresso CC dell’inverter) debbono essere autoprotetti contro le sovracorrenti e quindi deve esser verificata la seguente condizione: I SC MAX schiera ≤ I Z Nel caso in cui l’inverter ammetta in ingresso la connessione in parallelo di più schiere FV, allora i cavi delle schiere FV debbono anch’essi esser protetti contro le sovracorrenti e quindi valgono gli stessi ragionamenti fatti per le sottoschiere nel caso B del paragrafo 7.1.2. I dispositivi per la protezione contro le sovracorrenti lato CC delle schiere FV possono essere: • Fusibili gPV conformi alla CEI EN 60269-6; • Interruttori conformi alla CEI EN 60947-2 o CEI EN 60898-2. Tali dispositivi, oltre ad avere una In come sopra definito, debbono rispettare i seguenti requisiti: • La tensione Ue di esercizio deve essere > della Uoc max della schiera FV; • Il potere nominale di interruzione deve essere ≥ I SC MAX schiera ; • Debbono essere di tipo bidirezionale.

— Equazione 55

— 7.2 Contributo al corto circuito dell’inverter FV

Le linee elettriche CA poste in uscita dall’inverter FV debbono essere protette contro il corto circuito attraverso interruttori automatici. Tali interruttori automatici dovranno essere installati sulla linea CA più vicino possibile all’uscita dell’inverter (in modo tale da poter proteggere la linea CA) e dovranno interrompere, in un tempo inferiore a quello che porterebbe la linea CA alla temperatura limite ammissibile, tutte le correnti generate da un eventuale corto circuito che si presenti in un punto qualsiasi della linea elettrica CA stessa. Negli impianti di generazione (quindi anche negli impianti fotovoltaici) è sempre necessario considerare che l’eventuale corto circuito sulle linee elettriche CA dell’impianto di generazione stesso non viene alimentato solo dalla rete elettrica alla quale si è connessi ma viene alimentato anche dal generatore dell’impianto di produzione (nel caso specifico del fotovoltaico quindi dall’inverter). L’inverter dell’impianto fotovoltaico ha un contributo alla corrente di corto circuito di modesta entità: in genere la massima quantità di corrente che l’inverter è in grado di erogare è limitata dalla natura del generatore fotovoltaico ed è comunemente stimabile in un 10% in più della corrente nominale dell’inverter stesso. Il contributo alla corrente di corto circuito dell’inverter è comunque normalmente esplicitato dal produttore dell’inverter stesso all’interno della scheda tecnica. In ogni modo il valore della corrente di corto circuito dell’inverter lato CA è trascurabile rispetto al valore di corrente erogato dalla rete di distribuzione in caso di guasto: questo significa che nel dimensionamento dell’interruttore automatico a protezione del corto circuito verrà considerato come valore di riferimento il valore della corrente di corto circuito dell’inverter lato CA. I dispositivi di protezione dovranno quindi essere scelti in modo da limitare l’energia termica passante a valori tollerabili dal cavo CA. Nel caso si verifichi un corto circuito sul lato CC dell’inverter, la tensione CC in ingresso all’inverter si abbassa istantaneamente e l’inverter, in tali condizioni, si spegne e si sconnette da rete. Normalmente i tempi di spegnimento dell’inverter sono dell’ordine di qualche millisecondo e i tempi di sconnessione dalla rete possono essere dell’ordine di qualche decina di millisecondi. Nell’intervallo tra lo spegnimento e la sconnessione i condensatori CA interni agli inverter, se coinvolti, danno un loro contributo alla corrente di corto circuito fino alla loro completa scarica. Quindi, in definitiva, nel caso di un corto circuito sul lato CC dell’inverter, il contributo alla corrente di corto circuito lato CA dell’inverter è trascurabile.

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