GUIDA NORMA CEI_64-8

Buildings that are modular, eco-friendly and evolve over time. This is best done with ABB Building Solutions for efficient and intelligent spaces.

— AGGIORNAMENTO APR I LE 2022 Guida alla Norma CEI 64-8 Soluzioni per impianti residenziali

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— Sommario

005 –013

La Norma CEI 64-8

015 –019

Quadro di unità abitativa

021 –043

Il quadro di unità abitativa

045 –075

Dotazione degli impianti

077 – 107

Esempi di impianti a vari livelli

109 – 119

Ricarica domestica delle auto elettriche

L’icona identifica il suggerimento ABB e guida l’installatore verso la scelta della soluzione migliore.

5

— La Norma CEI 64-8 Aggiornamento Marzo 2022

006 –007

L 'evoluzione nel corso degli anni

008

I livelli di prestazione dell’impianto elettrico

009

La potenza impegnabile

010 –013

I tre livelli dell’impianto: dotazione minima

GU I DA ALLA NORMA CE I 64 - 8 SOLUZIONI PER IMP I ANT I RES IDENZI AL I

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— La Norma CEI 64-8 L'evoluzione nel corso degli anni

La Norma CEI 64-8 attualmente in vigore è la VIII edizione pubblicata nel 2021. La Norma ha subito aggiornamenti, sia per tener conto dell’evoluzione tecnologica del settore avvenuta in questi anni, sia per mantenere l’allineamento con i contenuti tecnici dei documenti internazionali, in particolare a quelli del TC64 del CENELEC, il Comitato europeo di normazione elettrotecnica del quale il CEI è membro.

La prima edizione della norma impianti italiana CEI 64-8 risale al 1984. Più volte aggiornata nel corso degli anni, si è arrivati all’attuale ottava edizione, pubblicata nel 2021. Essa sostituisce la precedente settima edizione del 2012 assieme a tutte le sue varianti dalla V1 alla V5, l’ultima delle quali del 2019. Oltre a integrare in un’unica norma consolidata tutte le precedenti varianti, la nuova edizione 2021 presenta alcune novità sostanziali frutto dell’evoluzione normativa sia italiana, sia di origine internazionale ed europea, oltre che alcune modifiche minori, comprese quelle puramente editoriali. Le più importanti novità dell’ottava edizione sono di seguito riepilogate: • Una serie di modifiche a diversi articoli della Norma CEI 64-8, note come “variante fuoco”, con lo scopo di armonizzare le prescrizioni in essi contenute, con quelle del Codice di Prevenzione Incendi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Decreto 3 agosto 2015 – n. 51. • Il nuovo Allegato ZA “Classificazione delle influenze esterne” del Capitolo 51 “Regole Comuni” che introduce la classificazione secondo codici prestabiliti, con la quale è possibile eseguire la scelta dei componenti elettrici di un impianto mediante una serie di parametri adatti al luogo di installazione. • La revisione della Parte 6 “Verifiche” con lo scopo di aggiornarla ai più recenti documenti di armonizzazione europea.

• La nuova edizione del Capitolo 37 “Ambienti residenziali. Prestazioni dell’impianto”. • La nuova edizione della Parte 8-1 “Efficienza energetica degli impianti elettrici” al fine di aggiornarla ai più recenti documenti di armonizzazione europea. • La prima edizione della nuova Parte 8-2 “Impianti elettrici a bassa tensione di utenti attivi (prosumer)”. Già dal 2011, la norma CEI 64-8 si era dotata di un apposito capitolo “Ambienti residenziali. Prestazioni dell’impianto”, più volte aggiornato e oggi designato come Capitolo 37, specifico per impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale, situate all’interno dei condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari. Le prescrizioni e le raccomandazioni di questo capitolo, aggiuntive a quelle delle altre parti della Norma CEI 64-8, si applicano ai nuovi impianti e ai rifacimenti completi di impianti esistenti in occasione di ristrutturazioni edili dell’unità immobiliare. Sono invece esplicitamente escluse dal Capitolo 37 le parti comuni dei condomini, oltre che le abitazioni site in edifici pregevoli per arte e storia, soggetti al Decreto Legislativo 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della Legge 6 luglio 2002, n. 37”.

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La presente Guida ABB alla Norma CEI 64-8 riguarda gli impianti residenziali, quindi si concentra sul Capitolo 37 della norma. Il Capitolo 37, tuttavia, non è indipendente e va utilizzato congiuntamente alle altre parti applicabili della Norma CEI 64-8, oltre che a tutte le altre norme o atti legislativi applicabili agli impianti elettrici nelle abitazioni, in parte richiamate anche nel Capitolo 37 stesso. Tra di essi si ricordano in particolare: • CEI 0-21 “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica” • Guida CEI 64-50 “Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti di comunicazioni e impianti elettronici negli edifici. Criteri generali” • Guide CEI 64-100 (serie) “Edilizia Residenziale. Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni” • Guida CEI 306-2 “Guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali” • Norma CEI 64-21 “Ambienti residenziali Impianti adeguati all’utilizzo da parte di persone con disabilità o specifiche necessità”. • Sezione 443 della Norma CEI 64-8 “Protezione contro le sovratensioni di origine atmosferica o dovute a manovra” • Sezione 534 della Norma CEI 64-8 “Dispositivi per la protezione contro le sovratensioni transitorie”

• Sezione 701 della Norma CEI 64-8 “Locali contenenti bagni o docce” • Sezione 751 della Norma CEI 64-8 “Ambienti a maggior rischio in caso di incendio” per le unità abitative costruite prevalentemente in materiale combustibile (CA2). • Sezione 722 della Norma CEI 64-8 “Alimentazione dei veicoli elettrici” • Legge 11 novembre 2014, n. 164 per la predisposizione di adeguati spazi installativi e di accessi agli edifici per garantire la realizzazione a regola d’arte degli impianti di comunicazione elettronica. In particolare, per le unità abitative costruite prevalentemente in materiale combustibile (CA2) il Capitolo 37 richiama l’applicazione della Sezione 751. Inoltre, il Capitolo 37, nel caso di impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale destinati ad essere utilizzati da parte di persone con disabilità o specifiche necessità, indica l’integrazione del Capitolo 37 con la Norma CEI 64-21. Mentre, qualora il committente richieda solo la predisposizione per la futura implementazione di soluzioni tecnologiche, per rendere l’ambiente domestico fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, raccomanda la consultazione delle Guide CEI 64-100/2 e CEI 64-50.

GU I DA ALLA NORMA CE I 64 - 8 SOLUZIONI PER IMP I ANT I RES IDENZI AL I

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— La Norma CEI 64-8 I livelli di prestazione dell’impianto elettrico

La classificazione in base alle prestazioni dell’impianto Nel “Capitolo 37 - Ambienti residenziali. Prestazioni dell’impianto” è presente la classificazione per “livelli” degli impianti elettrici nelle abitazioni, in relazione alle prestazioni dell’impianto e al numero di circuiti terminali. I livelli secondo cui devono essere classificati gli impianti sono 3; ciascun livello è contraddistinto da una dotazione funzionale minima e da una suddivisione minima dei circuiti terminali, entrambe in funzione della superficie dell’appartamento. La scelta del livello prestazionale è oggetto di accordo fra committente e impiantista/progettista ed è consigliabile che sia riportata nella documentazione allegata alla “Dichiarazione di Conformità alla Regola dell’Arte” rilasciata dall’impresa installatrice (ai sensi del DM 37/08). Il primo livello è quello base, obbligatorio per la conformità dell’impianto alla Norma CEI 64-8. Questo livello di base garantisce all’utilizzatore un impianto non solo sicuro, ma anche con un livello funzionale sufficiente.

I livelli due e tre, non obbligatori, hanno lo scopo di valorizzare impianti con prestazioni più elevate del minimo necessario e offrono la possibilità di classificare l’impianto di maggiore pregio, analogamente a quanto avviene già per gli impianti termici, dove il parametro di riferimento è il risparmio energetico. Il livello due prevede prestazioni maggiori del livello uno come, ad esempio, un numero maggiore di prese di corrente e di circuiti, il videocitofono e almeno due funzioni per sicurezza non elettrica, comfort ed efficienza energetica. Il terzo livello indica un impianto innovativo di pregio e prevede, fra l’altro, anche le funzioni domotiche. Secondo la Norma CEI 64-8, la superficie dell'abitazione (insieme al livello prestazionale prescelto) è il parametro per la definizione del minimo numero di circuiti e delle altre dotazioni minime obbligatorie. La superficie da considerare è quella calpestabile, espressa in metri quadrati, escludendo dalla metratura eventuali pertinenze dell’abitazione, come box o giardino.

— 01 Tabella dei 3 livelli previsti dalla Norma

Livello 3 Il terzo livello indica un impianto innovativo di pregio e prevede, fra l’altro, anche le funzioni domotiche.

Livello 2 Prevede prestazioni maggiori come un numero maggiore di prese di corrente e di circuiti, il videocitofono almeno due funzioni per la sicurezza non elettrica, comfort ed efficienza energetica.

Livello 1 Minimo obbligatorio per la conformità alla Norma CEI 64-8 garantisce

all’utilizzatore un impianto non solo sicuro, ma anche con un livello funzionale sufficiente

— 01

L A NORMA CEI 6 4 - 8

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— La Norma CEI 64-8 La potenza impegnabile

— Gli impianti elettrici delle unità abitative devono essere dimensionati per una potenza impegnata di almeno 6 kW, indipendentemente dal livello prestazionale, dalla superficie e dalla stipula di un eventuale contratto di fornitura dell'energia elettrica per una potenza inferiore. Il requisito è soddisfatto dimensionando adeguatamente il montante e l’interruttore generale dell'impianto ed è derogabile solo in caso di impedimenti costruttivi dell'edificio se non permettono la posa di un montante idoneo.

Coerentemente con la Delibera 467/2019/R/eel dell’Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) relativa all'ammodernamento delle colonne montanti vetuste degli edifici, la Norma CEI 64-8 capitolo 37 richiede che l’impianto elettrico dell’abitazione sia dimensionato per almeno 6 kW. La potenza minima richiesta dalla Norma è indipendente dal contratto che l’utente stipulerà con il fornitore di energia elettrica, per dare la possibilità all’utente di richiedere al suo fornitore di energia un incremento di potenza impegnabile fino al suo massimo valore possibile, senza modificare l’impianto.

In altri termini, occorre che il montante sia dimensionato almeno per una corrente corrispondente a 6 kW e l’interruttore generale dell'impianto sia già adeguato a 6 kW, anche se l’utente ha un contratto da soli 3 kW. Ovviamente si tratta di un limite inferiore, oltre il quale la potenza di dimensionamento è oggetto di accordo fra committente e impiantista/progettista e dovrebbe essere sempre indicata nella documentazione allegata alla “Dichiarazione di Conformità alla Regola dell’Arte” rilasciata dall’impresa installatrice.

— 02

GU I DA ALLA NORMA CE I 64 - 8 SOLUZIONI PER IMP I ANT I RES IDENZI AL I

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— La Norma CEI 64-8 I tre livelli dell’impianto: dotazione minima

Livello 1 1)

Dotazione dispositivi di sezionamento e protezione per ogni unità abitativa Interruttore generale nel quadro principale

Superificie unità abitativa

A ≤ 50 m2

2 3 4 5

50 m2 < A ≤ 75 m2 75 m2 < A ≤ 125 m2

Numero minimo dei circuiti (esclusi eventuali circuiti destinati all’alimentazione di scaldacqua, caldaie, condizionatori, estrattori ed esclusi anche circuiti di box, cantina e soffitte) 2)

A > 125 m2

Numero minimo di interruttori differenziali su cui suddividere i circuiti 3)

2

Protezione contro le sovratensioni (SPD) secondo CEI 81-10 e CEI 64-8 Sezione 443 e Sezione 534 4) Dotazione lampade anti black-out per ogni unità abitativa 5)

SPD necessario nel quadro se il Livello di Rischio Calcolato (CRL) è minore di 1000

Superificie unità abitativa A ≤ 100 m2

1 2

A > 100 m2 dimensione locale

Dotazioni prese e illuminazione per ambiente 6)

punti presa energia

punti luce

prese radio/TV

8 m2 < A ≤ 12 m2 12 m2 < A ≤ 20 m2

4 [1]* 5 [2]* 6 [3]* 3 [1]* 4 [2]* 5 [3]*

1 1 2 1 1 2

1 1 1 1 1 1

Per tutti i locali, ad esclusione di quelli sotto elencati (ad es. soggiorno, studio, …)

A > 20 m2

8 m2 < A ≤ 12 m2 12 m2 < A ≤ 20 m2

Camere da letto

A > 20 m2

Ingresso (se è costituito da un corridoio si applicano le dotazioni previste per i corridoi)

1

1

Angolo cottura (di cui su piano di lavoro) Locale cucina (di cui su piano di lavoro)

2 (1) 5 (2)

1 1 2 2 1 1 2 1 1 1 1 1

1

Lavanderia (locale lavatrice)

3 2 1 1 1 2 1

Locale da bagno o doccia con attacco lavatrice Locale da bagno o doccia senza attacco lavatrice

Locale servizi (WC)

≤ 5 m > 5 m

Corridoio

Balcone / terrazzo

≥ 10 m2

Ripostiglio

≥ 1 m2

-

Cantina/ soffitta

1 1 1

Box auto Giardino

≥ 10 m2

* il valore indicato tra parentesi [ ] indica il numero di punti presa che possono essere spostati da un locale all’altro purché non vari la somma totale dei punti presa previsti per l’abitazione. 1) Livello minimo obbligatorio per la conformità alla Norma 64-8 2) Il numero di circuiti, in pratica, corrisponde al numero di interruttori magnetotermici o magnetotermici differenziali, presenti in uscita nel centralino o in centralini secondari. Vedi sezione “Il numero minimo di circuiti” a pagina 27 3) V edi sezione “Gli interruttori differenziali” a pagina 25

4) Vedi sezione “La protezione contro le sovratensioni” a pagina 28 5) V edi sezione “Requisiti per illuminazione di sicurezza” a pagina 50 6) V edi sezione “Requisiti per i punti di comando e di prelievo energia” a pagina 44

L A NORMA CEI 6 4 - 8

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Le dotazioni in base al livello dell’impianto Le dotazioni minime previste per i tre livelli sono riepilogate in tabella. Le prescrizioni del “Capitolo 37 - Ambienti residenziali. Prestazioni dell’impianto” si applicano agli impianti elettrici realizzati in edifici di nuova costruzione e ai rifacimenti completi di impianti elettrici esistenti, eseguiti in occasione di ristrutturazioni edili dell’edificio. Le dotazioni della tabella non si applicano se i corrispondenti locali non sono presenti oppure ai box, soffitte, cantine alimentate dai servizi condominiali. Nel caso di rifacimenti di impianti in appartamenti facenti parte di un condominio, i requisiti relativi al citofono/videocitofono e prese TV, non si applicano se incompatibili con gli impianti condominiali esistenti. Se le dotazioni elettroniche (TV, telefonia-dati, domotica, antintrusione), vengono affidate ad altra impresa, l’installatore elettrico si limiterà alla predisposizione (canalizzazioni, scatole).

Livello 2

Livello 3

3 3 5 6

3 4 5 7

2 2 SPD necessario nel quadro se il Livello di Rischio Calcolato (CRL) è minore di 1000

SPD sempre necessario

2 3

2 3

punti presa energia

punti luce

prese radio/TV

punti presa energia

punti luce

prese radio/TV

5 7 8 4 6 7

2 2 3 2 2 3 1 1 2 1 2 2 1 1 2 1 1 1 1 1

1 1 1 1 1 1

5 8

2 3 4 2 3 4 1 1 2 1 2 2 1 1 2 1 1 1 1 1

1 1 1 1 1 1

10

4 7 9

1

1

2 (1) 6 (2)

3 (2) 7 (3)

1

1

4 2 1 1 1 2 1

4 2 1 1 1 2 1

-

-

1 1 1

1 1 1

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— La Norma CEI 64-8 I tre livelli dell’impianto: dotazione minima

Livello 1 1)

Dotazione prese telefono e/o dati e/o ottiche per ogni unità*

Superificie unità abitativa A ≤ 50 m2

1 2 3

50 m2 <A ≤ 100 m2

A > 100 m2

Dotazioni apparecchi ausiliari per unità abitativa Campanello Citofono (o videocitofono) Videcitofono Funzioni per Sicurezza non elettrica, Comfort ed Efficienza energetica Impianto domotico 7)

1) Livello minimo obbligatorio per la conformità alla Norma 64-8 7) Vedi sezione “Funzioni domotiche” a pagina 53

* Per ogni unità abitativa è richiesta, inoltre, la predisposizione di: Scatola di Terminazione Ottica di appartamento (STOA) in tutte le unità abitative e di Quadro Distribuzione Segnali di Appartamento (QDSA) per le unità di livello 2 e 3.

L A NORMA CEI 6 4 - 8

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Livello 2

Livello 3

1 2 3

1 3 4

almeno 4 integrate nel sistema domotico e interoperabili

almeno 2 non necessarimente integrate

15

— Dal punto di consegna al quadro di unità abitativa

016

La realizzazione del montante

017 –019

La protezione alla base del montante

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16

— Dal punto di consegna al quadro di unità abitativa La realizzazione del montante

Il montante è quel tratto di conduttura che collega il locale dei contatori, con il quadro elettrico dell’impianto posto nell’abitazione.

— 01 Cavo multipolare con guaina — 02 Cavi unipolari posti in un tubo protettivo isolante

Il dimensionamento del montante Si applicano le regole generali per il dimensionamento e la protezione dei circuiti, tenendo conto anche della lunghezza del montante, in modo che sia idoneo a una potenza di almeno 6 kW, con l'eccezione del caso di impedimenti costruttivi nell'edificio esistente. La protezione del montante con masse Qualora il montante sia realizzato “senza masse” (doppio isolamento o isolamento equivalente), esso risulta per costruzione protetto dai contatti indiretti e, quindi, non è necessario alcun interruttore differenziale alla sua base (ad eccezione di montanti posti in luoghi a maggior rischio in caso di incendio, nel qual caso è necessario in ogni caso installare un interruttore differenziale, v. CEI 64-8 art. 532-1 e art. 751.04.2.7). Come realizzare il montante ed i centralini Il montante senza masse può realizzare semplicemente utilizzando cavi unipolari posti in un unico tubo protettivo isolante, oppure cavi multipolari con guaina (questi posti anche in un tubo metallico o su passerella metallica), alloggiati anche con altri montanti nello stesso tubo (si veda CEI 64-8, art. 520.1 parte commento). Dovrà in ogni caso, essere realizzato senza masse, il "cavo di collegamento", cioè il primo tratto di conduttura, di solito molto breve, che collega i morsetti del contatore con il primo dispositivo di protezione posto all'inizio dell'impianto dell'utente noto come dispositivo generale di utente DG.

La caduta di tensione sul montante La sezione del montante deve essere scelta non solo tenendo conto della portata in relazione alla potenza dell’impianto, ma anche considerando la caduta di tensione, in base alla sua lunghezza. Una pratica consigliata è quella di prevedere una caduta di tensione lungo il montante non superiore al 2% circa, in modo che, ipotizzando un’ulteriore caduta di tensione nell’impianto domestico di un altro 2%, la caduta totale dal punto di consegna ai diversi apparecchi utilizzatori non superi il 4% (così come raccomandato dalla norma CEI 64-8, art. 525). Negli edifici di nuova costruzione è consigliabile un certo margine nel dimensionamento del montante, al fine di facilitare successivi incrementi della potenza installata senza la necessità, nel limite del possibile, di dover sostituire il montante per passare ad una sezione superiore, operazione a volte complessa, se non addirittura impossibile. Dato che con differenziali modulari non è possibile ottenere selettività certa su più di due livelli, se non strettamente necessario, si può evitare di avere un differenziale alla base del montante (vedi dal “Punto di consegna al centralino”) e un altro differenziale come protezione generale del quadro dell'unità abitativa (QUA).

— 01

— 02

DAL PUNTO DI CONSEGNA AL QUADRO DI UNI TÀ AB I TAT I VA

17

— Dal punto di consegna al quadro di unità abitativa La protezione alla base del montante

L’interruttore alla base del montante Alla base del montante è necessario installare un interruttore per la protezione da sovracorrente del montante stesso, posto in un primo quadro distante non più di 3 metri dal Punto di Connessione (PdC) alla rete del Distributore, che è costituito dai morsetti del contatore. La Norma CEI 0-21, art. 7.4.4 lo definisce Dispositivo Generale (DG) di utente. Questa norma ammette che possa essere sostituito da due o tre Dispositivi Generali di Linea (DGL) posti in parallelo (purché ad ogni morsetto del contatore sia cablato un unico conduttore), destinati ad alimentare dallo stesso contatore tre unità legate da vincolo di pertinenza, per esempio, appartamento, cantina, ricarica veicolo

elettrico (qualora le unità fossero più di tre, sarà necessario ripartirle sotto sino a un massimo di 3 DGL posti subito a valle del contatore). Si ricorda che, ai fini della protezione da sovracorrente, non è ammesso utilizzare gli eventuali dispositivi di limitazione della potenza (DLP), siano essi elettronici o elettromeccanici, di proprietà del Distributore. È, quindi, necessario che l’installatore/progettista provveda alla protezione del montante senza tenere conto del limite contrattuale di potenza (di cui, per altro, l’utente può chiedere un innalzamento con una semplice telefonata al Distributore). Vedi capitolo “Quadro di unità abitativa” a pag 21.

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— Dal punto di consegna al quadro di unità abitativa La protezione alla base del montante

Il dimensionamento della protezione del montante Qualora la protezione da sovraccarico del montante sia garantita a valle dall'interruttore posto nel quadro principale all'interno dell'unità abitativa, si può dimensionare il dispositivo di protezione alla base del montante DG/DGL considerando unicamente il cortocircuito cioè con i criteri della Sezione 434 della CEI 64-8 (ad eccezione di montanti posti in luoghi a maggior rischio in caso di incendio, nel qual caso la protezione posta subito a valle del contatore deve essere dimensionata in modo da garantire anche la protezione da sovraccarico, cioè con corrente

nominale I n non superiore alla portata I z del montante stesso, tenendo conto anche delle condizioni di posa, vedi CEI 64-8 art. 433.2). La seguente tabella fornisce esempi di dimensionamento e di protezione da cortocircuito del montante tramite interruttori magnetotermici ABB posti alla sua base. Questi esempi mantengono una caduta di tensione del 2% sul montante (rimanendo nel limite di lunghezza massima indicata) e tengono conto anche della possibilità offerta dai moderni contatori elettronici di prelevare, per un certo tempo, una potenza superiore a quella contrattuale (potenza di picco).

— 01 Interruttore magnetotermico S201Na

Potenza impegnabile Lunghezza massima Sezione del montante

kW

6

6

6

m

17

29 10

45 16

mm 2

6

Curva e I n dell’interruttore di protezione

C32,C40

C32, C40, C50 C32, C40, C50, C63, C80

La Norma CEI 0-21 (art. 5.1.3) riporta il valore della corrente di cortocircuito da considerare ai morsetti del contatore per la scelta del potere d’interruzione del primo interruttore dell’utente: • 6 kA, per le utenze monofase; • 10 kA, per le utenze trifase sino a 33 kW di potenza disponibile. È necessario, quindi, prevedere in ogni caso, alla base del montante, un interruttore avente un potere d’interruzione non inferiore a 6 kA, se monofase, ed a 10 kA, se trifase.

— 01

19

DAL PUNTO DI CONSEGNA AL QUADRO DI UNI TÀ AB I TAT I VA

La seguente tabella fornisce utili esempi di coordinamento fra interruttore differenziale e resistenza di terra:

Qualora l'interruttore alla base del montante sia anche interruttore differenziale, ad esempio, in presenza di masse elettriche tra il contatore e l'unità abitativa, la Norma CEI 64-8 capitolo 37 prescrive che esso sia selettivo nei confronti di tutti gli interruttori differenziali situati a valle. Affinché l’interruttore differenziale posto alla base del montante garantisca la protezione dai contatti indiretti, la corrente differenziale d’intervento I Δn deve essere coordinata con la resistenza R E dell’impianto di terra dell’edificio, rispettando la relazione (CEI 64-8, art. 413.1.4):

I Δn

A

0,1

0,3

0,5

1

Ω 500

166

100

20

≤ R E

Ciò si può realizzare utilizzando alla base del montante un interruttore magnetotermico differenziale ABB di tipo “S” (selettivo), con corrente differenziale di intervento I Δn , per esempio, di 0,3 A (purché la resistenza R E dell’impianto di terra dell’edificio non superi 166 Ω). Sulla selettività fra interruttori differenziali si veda anche il successivo capitolo “Quadro di unità abitativa” a pagina 21.

R E · I Δn ≤ 50 V

— 01 Esempio di linea montante con masse e protezione errata — 02 Esempio di linea montante con masse e protezione secondo la Norma CEI 64-8

— 01

— 02

Gruppo di misura

Gruppo di misura

Max 3 m

Max 3 m

Protezione dal cortocircuito del montante. SN201/S201Na Interruttore magnetotermico

Interruttore magnetotermico differenziale selettivo (DDA202+S202)

21

— Il quadro di unità abitativa

022 –023

L'installazione del centralino

024 –026

L’interruttore generale

027 –028

Il numero di circuiti

029 –033

Gli interruttori differenziali (RCD) La protezione contro le sovratensioni

034 –039

040

Il controllo dei carichi

042

Requisiti per gli AFDD

GU I DA ALLA NORMA CE I 64 - 8 SOLUZIONI PER IMP I ANT I RES IDENZI AL I

22

— Il quadro di unità abitativa L'installazione del centralino

Il centralino domestico, o Quadro di Unità Abitativa, rappresenta il cuore dell’impianto elettrico e deve essere dimensionato in funzione di un possibile ampliamento con apparecchiature conformi alla Norma.

Le prescrizioni riportate valgono anche per eventuali altri quadri secondari.

La possibilità di ampliare il centralino Bisogna prevedere sufficenti moduli per l’ampliamento del centralino

— 01 Il centralino deve essere dimensionato con il 30% di spazio libero con un minimo di 2 moduli — 02 Il conduttore di protezione principale deve raggiungere direttamente il centralino

Numero moduli centralino

12

24

36 11

Il quadro elettrico dell'unità abitativa (QUA), comunemente detto centralino, deve essere dimensionato con un 30% di spazio libero a disposizione (per eventuali futuri ampliamenti), con un numero minimo di due moduli liberi. Si deve considerare uno spazio libero superiore se necessario per garantire una maggior potenza dissipabile dal quadro.

Numero moduli vuoti

4

8

Per ogni unità abitativa è richiesta, inoltre, la predisposizione di: • Scatola di Terminazione Ottica di appartamento (STOA) in tutte le unità abitative di livello 1, 2, 3; • Quadro Distribuzione Segnali di Appartamento (QDSA) per le unità di livello 2 e 3. Si veda la Guida CEI 306-2 Legge 11 novembre 2014, n. 164 “art. 135 bis.

— 01

I L QUADRO DI UNI TÀ AB I TAT I VA

23

Il conduttore di terra principale nel centralino Questa prescrizione ha lo scopo principale di permettere un’efficace installazione dei limitatori di sovratensione (SPD) (sui limitatori di tensione e sulla loro corretta installazione vedi la sezione: “La protezione contro le sovratensioni” a pagina 28).

Il conduttore di protezione principale, cioè quello che collega l’impianto di terra dell’edificio con l’abitazione, deve raggiungere direttamente il quadro dell'unità abitativa QUA, quello principale di arrivo se sono più di uno.

Centralino nell’appartamento

Impianto di terra dell’edificio

— 02

GU I DA ALLA NORMA CE I 64 - 8 SOLUZIONI PER IMP I ANT I RES IDENZI AL I

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— Il quadro di unità abitativa L’interruttore generale

L’interruttore generale del centralino Il centralino è il cuore dell’impianto elettrico di una abitazione ed è accessibile anche a coloro che non sono persone addestrate, come potrebbero essere gli utenti dell’abitazione. L’interruttore generale deve essere identificato chiaramente, per consentire un’immediata individuazione a chiunque ne abbia accesso. L’utente in questo modo può, con un’unica manovra, togliere tensione a tutto l’impianto identificando subito l’interruttore su cui agire anche in presenza di più apparecchi. La norma non precisa la tipologia dell'interruttore generale che, quindi, può essere un interruttore magnetotermico, un interruttore differenziale puro, un interruttore differenziale magnetotermico o anche un interruttore di manovra sezionatore. Nella maggior parte dei casi, si può scegliere quale interruttore generale, un interruttore magnetotermico che garantisce anche la protezione da sovraccarico del montante (vedi pag. 18 della presente guida). L'interruttore generale del centralino può anche essere un interruttore di manovra-sezionatore o un interruttore differenziale puro, nel qual caso, l'interruttore alla base del montante deve essere scelto in modo da garantirne anche la protezione da sovraccarico.

La Norma CEI 64-8 capitolo 37 prescrive l’installazione di un interruttore generale nel quadro dell’abitazione posto in una posizione facilmente accessibile all’utente (nel quadro principale di arrivo se vi è più di un quadro). Di conseguenza, solo nel caso in cui il contatore sia posto nell'unità abitativa, l'interruttore generale può anche svolgere la funzione del DG richiesto dalla CEI 0-21 che è posto subito a valle del contatore.

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La scelta dell’interruttore generale L’interruttore generale del centralino prescritto dalla Norma CEI 64-8 capitolo 37 può essere un interruttore magnetotermico, un interruttore differenziale o un interruttore di manovra (sezionatore sotto carico).

— 02 Installazione di un interruttore

magnetotermico come generale del centralino

Nella maggior parte dei casi, si può utilizzare un interruttore magnetotermico con la funzione di protezione da sovraccarico del montante (cioè scelto con corrente nominale I n non superiore alla portata I z del montante, v. art. 433.2 della CEI 64-8). In questo modo si avrà il vantaggio che, in caso di un eccessivo prelievo di potenza, scegliendo opportunatamente gli interruttori, sarà possibile

anticipare l’intervento dell’interruttore magnetotermico posto alla base del montante (che interverrà solo nel raro caso di corto circuito sul montante). La soluzione preferibile, per evitare l’intervento del limitatore di energia assorbita dell’azienda elettrica, è il ricorso ai dispositivi di gestione della potenza illustrati nel capitolo “La dotazione degli impianti” a pagina 37.

Interruttori magnetotermici SN201 C25 e SN201 C40

Interruttore magnetotermico C40

Interruttore magnetotermico C32

— 02

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— Il quadro di unità abitativa L’interruttore generale

Tenendo conto delle tolleranze di norma, la selettività in caso di sovraccarico tra i due interruttori magnetotermici si ottiene quando la corrente nominale dell’interruttore alla base del montante è pari ad almeno 1,28 volte quella dell’interruttore generale all’ingresso del centralino. Ad esempio, mettendo alla base del montante un interruttore magnetotermico C63 per la protezione da cortocircuito della linea e, come generale del centralino, un interruttore magnetotermico C40 si ha la garanzia di selettività in caso di sovraccarico. L’installazione di un interruttore magnetotermico differenziale selettivo come generale del QUA, qualora un interruttore differenziale non sia già posto alla base del montante, è una soluzione più completa.

Un interruttore differenziale posto all'ingresso di un centralino, è indispensabile se il centralino è in materiale metallico non a doppio isolamento, per garantire la necessaria protezione dai contatti indiretti (in caso di quadro conduttivo si veda l'art. 413.2.2.4 della CEI 64-8 e il successivo commento).

— 01 Installazione

di un interruttore magnetotermico differenziale come generale del centralino

Con un interruttore differenziale generale, oltre ad aggiungere un secondo livello di protezione contro i contatti indiretti, è possibile alimentare direttamente alcuni carichi ad elevata priorità come, ad esempio, gli impianti di allarme che non richiedono la protezione tramite interruttore differenziale con I Δn di 0,03 A.

Interruttore magnetotermico C63

Interruttore magnetotermico differenziale selettivo C32 0,3 A - tipo S

Allarme

C6

— 01

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— Il quadro di unità abitativa Il numero di circuiti

La Norma CEI 64-8 prescrive il numero minimo dei circuiti necessari per le abitazioni, in base al livello prestazionale dell’impianto (1, 2 o 3) e alla superficie.

Definizione di circuito Per circuito si intende una parte di impianto alimentato dal medesimo dispositivo di sezionamento e di protezione dalle sovracorrenti, cioè, in pratica, dal medesimo interruttore magnetotermico (MCB), oppure da un interruttore magnetotermico differenziale (RCBO), posto in uscita nel centralino principale QUA o in un eventuale centralino secondario. La Norma CEI 64-8 capitolo 37, richiede un minimo di due circuiti terminali per le abitazioni più piccole di livello 1, e poi un numero crescente di circuiti, in funzione del livello, della superficie e della presenza di particolari apparecchi elettrici, come specificato in tabella delle dotazioni minime (vedi pag. 8 della presente guida). La scelta dei circuiti e la suddivisione dei vari apparecchi utilizzatori, fatto salvo i casi in cui la norma prescrive circuiti dedicati, non è specificata nella Norma ed è lasciata alla discrezione del progettista/installatore. La Norma CEI 64-8 art. 514.1 prescrive che gli interruttori del centralino siano facilmente identificabili tramite, per esempio, un’etichetta.

Circuiti dedicati In aggiunta al numero minimo dei circuiti indicati in tabella per gli usi generali (illuminazione e prese), la Norma CEI 64-8 capitolo 37 richiede circuiti dedicati per le seguenti applicazioni: • alimentazione di apparecchi con potenza nominale superiore a 1000 W permanentemente connessi (ad esempio piano di cottura elettrico, scaldacqua, riscaldamento, condizionamento, estrazione e ricambio d’aria,….) • alimentazione di box, cantina e soffitte • eventuale circuito carica veicoli elettrici, • eventuale impianto di produzione di tipo “Plug & Play” (v. par. 3.28 della norma CEI 0-21). Predisposizione circuiti Per il piano di cottura elettrico, qualora esso non sia installato, è comunque obbligatorio predisporre un tubo (almeno da 20 mm di diametro) dal QUA o da una scatola di derivazione. Inoltre, la CEI 64-8 consiglia la predisposizione della canalizzazione per la ricarica dei veicoli elettrici, dal quadro dell’unità abitativa QUA o dal quadro posto alla base del montante, all’eventuale area individuale di parcheggio. Tale canalizzazione deve permettere la posa dei cavi di potenza e di eventuali cavi di comunicazione elettronica in canali separati. Per la ricarica dei veicoli elettrici, si devono applicare i requisiti della Sezione 722 della Norma CEI 64-8 (si veda "Carica domestica delle auto elettriche" a pag. 103 di questa guida). Sulla predisposizione della ricarica dei veicoli elettrici negli edifici si presti attenzione alla legislazione nazionale e locale vigente sulla materia che è in continua evoluzione.

Identificazione dei circuiti Utilizzando i pratici portacartellini presenti su molti interruttori ABB l’identificazione dei circuiti risulta chiara e ordinata.

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— Il quadro di unità abitativa Il numero di circuiti

La suddivisione dei circuiti La scelta dei circuiti e la suddivisione dei vari apparecchi utilizzatori, oltre ai casi in cui la norma chiede esplicitamente un circuito dedicato, non è specificata nella Norma ed è lasciata alla discrezione del progettista/installatore. In generale si possono seguire le seguenti suddivisioni e le loro combinazioni: • suddivisione tradizionale in circuiti separati per le prese e per l’illuminazione; • circuiti suddivisi per zone (per esempio, "zona giorno" e "zona notte"); • circuiti individuali per particolari carichi (frigorifero, condizionatore, impianti di allarme, ecc.).

Gli obiettivi che si ottengono con un’adeguata suddivisione di un impianto domestico in diversi circuiti sono fondamentalmente i seguenti: • facilitare la ricerca di eventuali guasti e la manutenzione sull’impianto. Ad esempio, suddividendo l’illuminazione in due o più circuiti sarà possibile cambiare una lampadina in piena sicurezza senza togliere la luce a tutto l’abitazione, ma solo alla zona interessata (ciò presuppone che gli interruttori del centralino siano correttamente e chiaramente identificati tramite etichetta!); • ridurre gli inconvenienti che potrebbero derivare da un guasto su una parte di impianto. Ad esempio, in caso di guasto sull’impianto di condizionamento, se esso è dotato di circuito individuale, sarà possibile escluderlo, continuando ad usare il resto dell’impianto; • permettere il mantenimento dell’alimentazione a particolari apparecchi utilizzatori in caso di assenza prolungata. Ad esempio, realizzando circuiti separati per frigorifero, congelatore e allarme, quando si lascia l’abitazione vuota durante le vacanze, sarà possibile mantenere alimentate solo queste utenze prioritarie e togliere tensione al resto dell’impianto, a vantaggio della sicurezza dei vari apparecchi.

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— Il quadro di unità abitativa Gli interruttori differenziali (RCD)

Gli interruttori differenziali (RCD) sono i dispositivi che garantiscono la sicurezza delle persone.

— La Norma CEI 64-8 capitolo 37 prescrive la suddivisione in parallelo dei circuiti terminali dell’abitazione sotto almeno due interruttori differenziali (aventi I Δn non superiore a 0,03 A). Il numero minimo di interruttori differenziali Si possono utilizzare, sia interruttori differenziali puri (RCCB), per la protezione di un gruppo di due o più circuiti terminali dotati ognuno del suo interruttore magnetotermico, sia di interruttori magnetotermci differenziali (RCBO) ognuno per la protezione individuale di un circuito terminale. È importante garantire la continuità del servizio con un numero minimo di interruttori differenziali, così che, in caso di guasto, almeno una parte dell’impianto resterà sempre attiva (selettività orizzontale). Inoltre, al fine di aumentare la continuità di servizio e ridurre gli inconvenienti in caso intervento intempestivo, come indicato nell'art. 531.3.2 della CEI 64-8, si deve tenere conto della corrente di dispersione verso terra, che potrebbe presentarsi durante il funzionamento normale degli apparecchi, suddividendo i carichi sotto più interruttori differenziali in modo che la corrente di dispersione a valle di ogni interruttore differenziale non sia superiore a 0,3 volte la sua corrente differenziale nominale I Δn .

La selettività orizzontale La massima selettività orizzontale, ovviamente, si ottiene utilizzando un interruttore differenziale separato per ogni circuito, cioè installando per la protezione dei circuiti terminali interruttori magnetotermici differenziali (RCBO), che, in un unico apparecchio, abbinano la protezione da sovracorrente a quella differenziale. In questo modo, un guasto su un apparecchio o su una parte dell’impianto, non avrà effetti su nessun altro circuito, garantendo la massima continuità di servizio. — La Norma CEI 64-8 capitolo 37 raccomanda l’utilizzo di interruttori differenziali di tipo F per i circuiti che alimentano: - lavatrici; - condizionatori fissi. Interruttori differenziali di tipo F Gli interruttori differenziali di tipo F sono adatti a rilevare sia correnti differenziali di tipo alternato, sia correnti differenziali di tipo unidirezionale pulsante, sia correnti composte da più frequenze che si possono avere con gli apparecchi dotati di inverter a frequenza variabile, molto diffusi, per esempio, a bordo di lavatrici, condizionatori e pompe di calore. Al fine di garantire un’adeguata continuità di servizio nelle abitazioni, la Norma CEI 64-8 art. 37.3.2 raccomanda l’utilizzo di interruttori differenziali ad elevata immunità contro gli scatti intempestivi, e/o di interruttori differenziali dotati di dispositivi di riarmo automatico ARD.

Fra gli interruttori ad aumentata resistenza contro gli scatti intempestivi (che non vanno confusi con gli interruttori di tipo A comuni), la gamma ABB contiene gli interruttori differenziali “APR” e gli interruttori di tipo F e di tipo B, disponibili in numerose varianti. Gli interruttori differenziali di tipo F, quindi, permettono di soddisfare entrambe le raccomandazioni della norma CEI 64-8.

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— Il quadro di unità abitativa Gli interruttori differenziali (RCD)

Le correnti di dispersione Numerosi apparecchi utilizzatori presentano, in assenza di guasto, una piccola corrente di dispersione, che fluisce verso terra tramite il loro cavo di protezione (il cavo giallo/verde). Questa corrente, alla frequenza di rete o a frequenze superiori, è principalmente dovuta ai filtri elettrici installati all’ingresso di diversi apparecchi per limitare i disturbi immessi nella rete. È il caso, ad esempio, dei personal computer, dei decoder, degli elettrodomestici elettronici a velocità variabile (lavatrici, condizionatori, ecc.). Valori tipici di queste correnti di dispersione sono dell’ordine di 0,5÷1,5 mA per apparecchio. Anche gli stessi cavi dell'impianto, se particolarmente estesi, sono causa di piccole dispersioni verso terra, dovute all’accoppiamento capacitivo fra i conduttori attivi e il cavo di protezione. È evidente che più elevato è il numero di apparecchi utilizzatori, maggiore sarà la dispersione totale. Se gli apparecchi utilizzatori ricevono energia da un unico interruttore differenziale, che alimenta e somma le diverse dispersioni, è chiaro che aumenta il rischio di distacco anche in assenza di guasto.

— 01 Interruttore differenziale tipo APR

In definitiva, i criteri con cui suddividere i circuiti sotto i diversi interruttori differenziali e ottenere un’affidabile selettività orizzontale, sono i seguenti: • le conseguenze dovute ad un’improvvisa mancanza di alimentazione. Ad esempio, suddividendo l’illuminazione su due interruttori differenziali separati, in caso di guasto su una lampada, si eviterà l’improvvisa mancanza di luce in tutta l’abitazione; • i diversi requisiti di protezione per i circuiti. Ad esempio, interruttore differenziale di tipo F o di tipo AC, oppure interruttori differenziali con I Δn = 0,03 A o con I Δn = 0,01 A; • stima delle correnti di dispersione permanente prodotte dai vari apparecchi in assenza di guasto, la Norma CEI 64-8 art. 531.3.2 della CEI 64-8, indica di suddividere i carichi sotto più interruttori differenziali in modo che la sommatoria di corrente di dispersione verso terra dei carichi collegati a valle di ogni interruttore differenziale non sia superiore a 0,3 volte la sua corrente differenziale nominale I Δn .

Gli interruttori differenziali ad elevata resistenza contro gli scatti intempestivi, come gli interruttori ABB APR e i tipo F, sono in generale raccomandabili nelle aree soggette a perturbazioni sulla rete, come zone ove sono frequenti i temporali o in vicinanza di grandi industrie. Inoltre, sono consigliabili per i carichi che richiedono elevata continuità di servizio, come frigoriferi, congelatori, computer, allarmi.

— 01

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correnti differenziali di intervento I Δn di 0,03 A oppure di 0,01 A (vedi pag. 18 della presente guida). Per l’interruttore generale posto nel QUA, qualora esso sia un interruttore differenziale, la Norma CEI 64-8 capitolo 37 richiede almeno una delle seguenti soluzioni: • utilizzare un interruttore differenziale tipo "S" (selettivo); • utilizzare un interruttore differenziale dotato di dispositivo di richiusura automatica (ARD), il quale però non garantisce la continuità di servizio, ma il suo ripristino automatico. Qualora un interruttore differenziale sia posto alla base del montante, dato che è difficile ottenere la selettività differenziale su tre livelli utilizzando interruttori per uso domestico e similare, sarà opportuno scegliere come interruttore generale nel QUA un interruttore magnetotermico senza protezione differenziale.

— La Norma CEI 64-8 rende obbligatoria la selettività fra gli interruttori differenziali o, in alternativa, la presenza di un dispositivo di richiusura automatica (ARD). La selettività verticale è la condizione di coordinamento fra due interruttori differenziali collegati in serie in modo che, in caso di guasto, su un sottocircuito a valle di entrambi di essi, solo l’interruttore differenziale più a valle dei due intervenga, garantendo la continuità di alimentazione ad altri eventuali sottocircuiti (cfr. CEI 64-8, articolo 573.1.4.2). In pratica, ciò si può realizzare utilizzando a monte un interruttore di tipo “S” (selettivo), avente corrente differenziale di intervento I Δn , per esempio, di 0,3 A (purché coordinata con la resistenza R E dell’impianto di terra dell’edificio) e a valle, come interruttori differenziali divisionali, interruttori aventi

Sull'impiego degli ARD si veda pag 33 di questa Guida.

Interruttore magnetotermico differenziale selettivo 0,3 A - tipo S

Interruttore magnetotermico differenziale 0,03 A

Interruttore magnetotermico differenziale 0,03 A

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— 01

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— Il quadro di unità abitativa Gli interruttori differenziali (RCD)

Interventi intempestivi degli interruttori differenziali La Norma CEI 64-8 al capitolo 53 richiede che gli interruttori differenziali (RCD) siano scelti e installati in modo da limitare il rischio di intervento intempestivo. Ciò si può fare con i seguenti provvedimenti (art 531.3.2): • suddivisione dei circuiti mediante l’uso di RCD individuali associati a ciascun circuito. Per evitare l’intervento intempestivo a causa delle correnti circolanti nel conduttore di protezione durante il funzionamento normale delle apparecchiature, si deve fare in modo che la sommatoria di tali correnti a valle dell’RCD non sia superiore a 0,3 volte la corrente differenziale nominale di funzionamento I ∆n • uso di RCD a breve tempo ritardato che rispettino i tempi massimi di apertura indicati nel Capitolo 41 (in pratica sono gli interruttori differenziali di tipo S selettivi , gli interruttori differenziali di tipo F e di tipo B, e quelli ad aumentata resistenza contro gli scatti intempestivi secondo le indicazioni del costruttore) • corretto coordinamento degli interruttori differenziali (RCD) di tipo generale, di tipo S selettivo • corretto coordinamento degli interruttori differenziali (RCD) con gli eventuali limitatori di sovratensioni SPD (cioè gli SPD installati a valle dell’RCD con o senza ritardo nell’intervento, ma non sensibile alle correnti di scarica sino ad almeno 3 kA 8/20 μs).

Scelta degli interruttori differenziali secondo l’accessibilità all’impianto La Norma CEI 64-8 al capitolo 53 indica che la corretta scelta degli interruttori differenziali dipende dalla categoria di persone che possono accedere agli interruttori differenziali (RCD) (artt. 531.3.4 e 531.3.6). Dove gli interruttori differenziali sono accessibili alle persone comuni non addestrate, ai bambini o alle persone disabili, come per gli impianti domestici, gli interruttori differenziali devono essere conformi a una delle seguenti norme: • CEI EN 61008-1 e CEI EN 61008-2-1 oppure • CEI EN 61009-1 e CEI EN 61009-2-1 oppure • CEI EN 62423. Dove gli interruttori differenziali sono accessibili solo alle persone avvertite o alle persone esperte, in aggiunta alla precedenti norme di prodotto, gli interruttori differenziali possono anche essere conformi alla CEI EN 60947-2.

— F200

— DS201

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